Futurismo
Movimento pluridisciplinare
nato ufficialmente a Parigi nel 1909 con la pubblicazione su Le Figarò del Manifesto del
Futurismo redatto dallo scrittore e poeta F.T. Marinetti.
La proposta otterrà
l'adesione di un gruppo di artisti (Balla, Boccioni, Carrà, Russolo e Severini) che nel
1910 firmarono a Milano il Manifesto dei pittori Futuristi e il Manifesto tecnico della
Pittura Futurista.
L'intensa produzione di
manifesti definisce l'orientamento teorico e le proposte tecniche del movimento anche per
quanto riguarda la scultura (Boccioni, 1912), l'architettura (Sant'Elia, 1914), il cinema,
il teatro, la letteratura e la musica, l'abito, fino a trattare questioni di natura
puramente politica.
L'ideologia futurista fu
animata da una concezione vitalistica dell'esistenza che congiunse strettamente arte e
vita.
La nuova estetica mirò all'elaborazione di modi espressivi capaci di adattarsi alle nuove
realtà della civiltà industriale determinate da un'evoluzione tecnica accelerata.
Spinti da una forte
esigenza di rinnovamento, i futuristi esaltarono il progresso in violenta polemica con il
tradizionalismo accademico e il "passatismo" benpensante della cultura borghese.
Non senza una certa ambiguità: rivolte e aspirazioni anarchizzanti finiscono per evolvere
in senso nazionalista e interventista (l'adesione al fascismo di Marinetti ne
rappresenterà l'approdo).
La celebrazione della
civiltà urbana e "moderna" con le sue caratteristiche di dinamismo,
"macchinismo" e velocità, trovò riscontro in alcune famose dichiarazioni: il
mondo si è " arricchito di una bellezza nuova, la bellezza della velocità",
"un'automobile da corsa è più bella della Vittoria di Samotracia", la
guerra è la "sola igiene del mondo".
I futuristi vogliono ridare
vita alla materia traducendola in movimento secondo la legge del "dinamismo
universale". Questo progetto implica la scomposizione della realtà nei suoi elementi
costitutivi e la loro ricomposizione secondo "linee-forza" che permettono di
ottenere una visione più completa e dinamica del mondo.
Per la definizione
pittorica e teorica dello spazio dinamico futurista furono determinanti, da un lato il
ricorso ai principi di scomposizione della luce e del colore elaborati dai divisionisti,
adattati pero ai contenuti di una realtà urbana in continua espansione; dall'altro il
rapporto dialettico con la ricerca cubista di cui vennero abbracciate le soluzioni di
sintesi formale basate sulla moltiplicazione dei punti di vista e sulla decomposizione
degli oggetti, senza tuttavia adottarne la staticità compositiva e tematica.
La simultaneità dinamica
di forme e valori cromatici trovò una traduzione scultorea nella scomposizione ed
interpenetrazione dei volumi (Boccioni).
II Futurismo godette di una
rapida diffusione in Italia (i cui maggiori centri propulsori furono Milano, Roma e
Firenze), ma anche all'estero grazie soprattutto alle esposizioni presentate a Parigi e a
Berlino.
A partire dal 1916, il
movimento cominciò a perdere vitalità, in parte per la morte in guerra di due
protagonisti di primo piano (Boccioni e Sant' Elia), in parte per l'esaurirsi del suo
carattere contestativo in ossequio alla cultura di regime.
Nel dopoguerra, a fianco di
alcuni membri della vecchia guardia quali Balla e Marinetti, una nuova generazione di
artisti (definita dalla critica recente come "Secondo Futurismo") ne riprenderà
i contenuti all'insegna della nuova poetica dell' "Arte meccanica" (produzione
di opere multiple di Tato, Dottori, Bot, Dalmonte, Farfa. Marasco, Fillia) condizionata
dalle ricerche postcubiste, puriste e costruttiviste e poi dal Surrealismo (Enrico
Prampolini e Fortunato Depero ne furono i principali interpreti).
Negli anni Trenta dominerà
invece l' Aeropittura. il cui manifesto fu lanciato nel 1929 (Oriani, Ciacelli, Munari).
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