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Surrealismo

Movimento letterario ed artistico nato a Parigi sotto l'impulso teorico di Andre Breton con la pubblicazione, nel 1921, del Primo Manifesfo del Surrealismo.
Mossi da motivazioni ideologiche prima ancora che estetiche - l'adesione al marxismo ne costituirà un tratto saliente - i surrealisti rifiutarono la nozione di autonomia dell'arte (l'art pour l'art) e concepirono l'attività artistica come mezzo per esprimere "il funzionamento reale del pensiero".
L'arte deve essere il risultato dell'immediata corrispondenza tra inconscio e gesto poetico o pittorico: la coscienza non deve esercitare alcun controllo morale o razionale sui risultati finali, in ossequio a canoni estetici prestabiliti o a tabù.
Perciò i surrealisti ricorrono al principio dell'automatismo psichico" (preso a prestito dalla psicanalisi freudiana e adattato al dominio della creazione artistica), e al sogno come luogo privilegiato in cui approdare a una "surrealtà" intesa quale "punto supremo" in cui tutte le contraddizioni trovano soluzione.
La ricerca di un "modello puramente interiore" cui la pittura deve ubbidire trovò ispirazione in varie fonti:
il simbolismo visionario di Moreau,
l'effetto di straniamento degli Interni metafisici di De Chirico,
la radicalità dadaista e il ready-made di Duchamp,
la spontaneità dell'astrazione lirica di Kandinsky,
la valenza magica ed enigmatica dell'arte dell'Oceania, dell'Alaska e del Nuovo Messico,
la creatività irrazionale dei malati mentali.
Poiché l'obiettivo era di tradurre l'attività dell'inconscio in termini plastici, una grande varietà di stili era ammessa.
A tale scopo i surrealisti misero a punto numerose tecniche inedite:
il collage e il frottage Ernst),
la pittura automatica (Masson, Miro e Tanguy),
i "quadri di sabbia" (Masson),
i rayogrammes (Man Ray),
la decalcomanie (Dominguez),
il fumage (Paalin).
La poetica surrealista coinvolse anche altri artisti che, pur non aderendo ufficialmente al Surrealismo, ne furono comunque influenzati (Picasso e Klee).
Alla fine degli anni '20 il movimento si internazionalizzò sviluppandosi in Belgio (Magritte) in Cecoslovacchia e in Giappone.
Durante la seconda guerra mondiale numerosi surrealisti emigrarono negli Stati Uniti, dove pittori quali Masson, Ernst e Matta influenzarono in modo determinante la pittura americana (Gorky e l'Espressionismo astratto).
Dopo la guerra, rotture ed esclusioni, ma anche nuove adesioni, modificarono il profilo del gruppo.
Va infine menzionata la particolare importanza accordata dai surrealisti all'attività espositiva, che si concretizzò in una serie di mostre internazionali, la prima tenutasi a Londra nel 1938 e l'ultima a Parigi nel 1966.